Così, non vi ho mai raccontato la leggenda della santa, della vergine irlandese Dimfna che somigliava alla madre morta, del padre che impazzì per la la scomparsa della moglie e voleva sostituirla con la figlia, e questa era un incesto, vietato da tutte le leggi. Ma il padre era il re e tutti gli obbedivano, e si sarebbe trovato un sacerdote pronto a sposare i due, a celebrare il matrimonio e addobbare la chiesa, anche se Dimfna non voleva. Così la ragazza era scappata insieme al suo confessore, un prete buono e saggio, per tutta Europa. Aveva attraversato la Francia e poi era finita in Belgio, in un paesino che forse a quell'epoca non si chiamava ancora Gheel. Lì il padre l'aveva raggiunta, le aveva ordinato di nuovo di sposarlo, ma lei aveva risposto che preferiva la morte piuttosto, e così lui l'ha uccisa, e lei lo ha perdonato, perché lui era folle, l'amore l'aveva fatto folle, l'amore fa sempre folli, signor Van Gogh, quelli a cui non importa niente vivere non diventano mai pazzi. E così Dimfna morì e il corpo scomparve, ma poi la trovarono già seppellita, in una bara bianca, i cherubini l'hanno seppellita, così dice la leggenda. E alla bara qualcuno ha portato un matto che ha chiesto la grazia e l'ha ottenuta,, e così è cominciata tutta questa storia.
G. Montanaro, Tutti i colori del mondo,
Feltrinelli, Milano 2001,
pp. 70-71
Grazie Jacopo!
TWS
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