Tra il popolo sorsero voci che era andata all'eremo di un santo vicino a Foligno e poi con lui a Spoleto. Altri dissero di aver visto la giovane nei boschi seguita da un gigantesco cane nero simile a un'ombra. Comunque Colomba era sulla strada verso Spoleto, a buoni quaranta chilometri o più da casa. Qui, un uomo dalle gentili apparenze la invitò a casa sua a mangiare un boccone e fare un po' di riposo. Dopo che l'uomo le ebbe assicurato che in casa c'erano la moglie e le figlie, Colomba si accompagnò volentieri a lui verso una rustica casetta. Vedendo che in casa non c'era nessuno, l'uomo le disse di aspettare perché sarebbe andato a cercare i suoi familiari. Invece ritornò con due giovanotti, portando provviste per far baldoria e bere. A quanto pare i tre uomini pensavano che Colomba fosse una giovane nobile napoletana di nome Chiaretta, ingannata da un falso monaco che l'aveva indotta a fuggire con lui, e per il cui riscatto il padre aveva bandito una bella ricompensa.
Quando gli uomini si accorsero di avere la ragazza sbagliata i loro pensieri passarono dai soldi al sesso. In principio le offrirono gioielli e bei vestiti; poi tirarono fuori i coltelli, minacciando di ucciderla se non avesse resistito. Il corpo di Colomba diventò rigido come marmo, e non la poterono smuovere pur usando tutte le forze. La giovane li avvertì dell'offesa a Dio che stavano commettendo e delle atroci, eterne punizioni che avrebbero subìto all'inferno, ma tutto fu inutile. Gli uomini cominciarono a strapparle i vestiti e si fermarono soltanto momentaneamente quando sentirono un tintinnio che a loro sembrò di monete nella sua tasca, ma che invece era il rumore del suo crocifisso che batteva sul suo flagello mentre gli assalitori la spingevano violentemente. Poi le tolsero gli abiti, spogliandola e lasciandola con la cintura di ferro larga tre dita in cui stringeva i suoi fianchi nudi e il cilicio con due catene di ferro legate al collo e incrociate sul petto. La vista di questi strumenti di atroce autopunizione e del suo corpo segnato dalle fustigazioni raffreddò presto la loro libidine, e i due giovani bruti scapparono via mentre l'uomo più anziano si gettò in ginocchio e implorò preghiere da lei per la sua moglie defunta e per le figlie che erano ora in convento.
Colomba, rassicurata, si sentì di passare lì la notte e la mattina dopo l'uomo anziano la ricondusse alla strada maestra e le fece raggiungere un gruppo di donne che si dirigevano anch'esse verso Foligno. Altri pericoli aspettavano la giovane santa, quando una banda di cacciatori ribaldi videro nelle donne una facile preda. Uno di questi cercò di infilare la mano sotto i suoi vestiti, ma un improvviso dolore al cuore lo fece fremere e si ritrasse piangendo e chiedendo perdono. Altri predoni stavano in agguato per tenderle un'imboscata e violentarla "per amore o per forza", ma Colomba ebbe l'ispirazione di fermarsi inosservata presso una statua della Madonna posta sulla strada; così quando la banda chiese alle altre donne dove si fosse nascosta, loro risposero onestamente che non lo sapevano.
R. Bell, La santa anoressia,
Laterza, Bari 1987, pp. 177-178
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