Cercando nel labirinto degli specchi

Friday, 23 May 2014

L'uomo diviso

Dietrich Bonhoeffer,
Etica
:

Il fariseo è l'uomo veramente ammirevole che subordina tutta la sua vita alla conoscenza del bene e del male: ed è giudice severo di sé stesso non meno che del prossimo, per la gloria di Dio, al quale è umilmente grato per questa conoscenza. Ogni istante della vita diventa per lui una situazione di conflitto in cui deve scegliere tra il bene e il male. Per evitare di cadere in errore egli, giorno e notte, consacra tutti i suoi pensieri a prevedere in anticipo tutte le infinite possibilità di conflitto, a prendere decisioni al riguardo e a determinare la propria scelta. Vi sono innumerevoli cose da osservare, da evitare, da distinguere. Quanto più sottili sono le distinzioni, tanto maggiore è la certezza di prendere la decisione giusta. Tutta la varietà degli aspetti della vita è sottoposta a questo scrutinio: il fariseo non pretende la luna nel pozzo, ma sa tener conto delle esigenze particolari e delle situazioni difficili; la serietà della conoscenza del bene e del male non esclude l'indulgenza e la bontà, anzi si esprime in esse. Non c'è in tutto ciò nessuna facile presunzione, nessuna tracotanza o infondata stima di sé. Anzi, c'è una chiara consapevolezza delle proprie mancanze e del dovere dell'umiltà e della riconoscenza verso Dio. Ma esistono pure differenze, che per l'amore di Dio non si possono trascurare, tra il peccatore e chi si sforza di fare il bene, tra chi diventa trasgressore della legge con intenti criminali e chi vi è costretto dal bisogno. Chi trascura queste differenze e non prende in considerazione tutti gli elementi di ciascuno degli innumerevoli casi di conflitto pecca contro la conoscenza del bene e del male.

pp. 21-22

Il "giudicare" non è un vizio o una cattiveria propria dell'uomo diviso, ma è l'essenza stessa di lui, che si esprime nelle sue parole, nei suoi atti e nei suoi sentimenti.  È vero che si riconosce il fariseo per quel che è, soltanto a partire dall'unità ritrovata, ossia da Gesù. Il fariseo però conosce sé stesso soltanto nelle sue proprie virtù e nei suoi vizi, ma non nella sua essenza, cioè nella sua separazione dall'origine. Solo il superamento della conoscenza del bene e del male può produrre il rovesciamento dell'intera essenza del fariseo, solo Gesù può far cadere l'autorità del fariseo fondata su quella conoscenza. Sulle labbra di Gesù il "non giudicare" è un appello, rivolto all'uomo diviso, da parte di colui che è la riconciliazione: è un appello alla riconciliazione.

 p. 26


L'uomo che in forza della propria conoscenza della legge accusa o giudica il suo fratello, in realtà accusa e giudica la legge stessa, in quanto dubita che essa possegga la potenza, propria della Parola vivente di Dio, di imporsi e farsi rispettare. Facendosi legislatore e giudice, costui invalida la legge di Dio. Così sorge l'insanabile separazione tra conoscenza e azione. L'uomo che a motivo della propria conoscenza della legge è diventato giudice di suo fratello e quindi anche della legge, non riesce più ad adempiere la legge, per quanto sembri darsi da fare.

p. 35

(brani tratti da D. Bonhoeffer, Etica, Bompiani, Milano 1969)

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