Cercando nel labirinto degli specchi

Friday, 14 March 2014

L'arte è tragica e comica insieme

Anche l'arte supera l'opposizione soltanto conferendo figura alla sofferenza e non negandola. L'artista sa di essere colui cui è concesso dire ciò che soffre. Il mutismo del primo uomo è anche in lui stesso. Egli non cerca né di "tacere" la sofferenza, né di "gridarla": la rappresenta. Nella rappresentazione egli concilia la contraddizione consistente nel fatto che egli esiste e che tuttavia anche la sofferenza esiste; la concilia senza sminuirla in alcun modo. Dal punto di vista del contenuto tutta l'arte è "tragica", è rappresentazione della sofferenza; anche la commedia vive di questa compassione per la persistente povertà e per la manchevolezza dell'esserci. Così come è tragica nel contenuto, l'arte, e ogni arte, è comica quanto alla forma: essa infatti rappresenta, e rappresenta soltanto, con una certa leggerezza ironico-romantica, persino le cose più terribili. L'arte, in quanto rappresentazione, è ciò che è tragico e comico insieme. Ed il grande autore drammatico è davvero tragediografo e commediografo contemporaneamente, come si diceva al sorgere dell'alba del simposio per la vittoria di Agatone. Questo volto dell'arte, simile a un Giano bifronte, per cui essa inasprisce la sofferenza della vita ed al tempo stesso aiuta l'uomo a sopportarla, ne fa l'accompagnatrice dell'uomo per la vita. Essa gli insegna ad andare oltre senza dimenticare. Infatti l'uomo non deve dimenticare, deve ricordare tutto nel suo intimo. Egli deve portare la sofferenza e deve essere consolato. 

F. Rosenzweig, La stella della redenzione, Vita e Pensiero, Milano 2005, p. 386

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