Cercando nel labirinto degli specchi
Monday, 4 March 2013
eureka euridix
Oh, hey, che ci fai qui?
La guarda sorpreso, ma lei si stringe nelle spalle.
Indossa un'enorme t-shirt da uomo, veramente grande, a righe. Bianche, e verdi fosforescenti. Sopra, una camicia. Da uomo anche quella, naturalmente, completamente sbottonata, polsini compresi. Evidentemente la usa a mo' di felpa. A completare la mise, una gonna color porpora, lisa, che sembra tratta da una divisa scolastica vecchio stile, e dei calzettoni bianchi fino a poco più sopra del ginocchio.
Niente di che, cincischiavo con Blake.
La ragazza fa per sbattergli la porta in faccia, o uscire e chiuderla dietro di sé - non è chiaro, si appoggia alla maniglia, e tira la porta avanti e indietro, ritmicamente. James la scruta interrogativo, ancora.
Cincischiare...? ripete, perplesso.
Lei annuisce, come se confermare le paresse superfluo.
Vuol dire "scopare"? si chiese James, fissandola, nel tentativo di cogliere il minimo segno d'imbarazzo nei suoi occhi. La ragazza però non batte ciglio. O è una maestra del poker, oppure non prova la minima vergogna.
Avete... tenta allora, giusto a scanso di equivoci.
Puffato, sì, tuona la compiaciuta voce di "Blake", da dietro la porta, poco prima che il suo proprietario compaia alle spalle di Euridice.
Tutta la notte, aggiunge, con un largo sorriso malizioso, e gli fa l'occhiolino, mentre lei scuote energicamente la testa in segno d'assenso.
Ah, bastardi! esclama allora James, colpendo con un pugno a rallentatore "Blake", in pieno torace.
Lui lancia un'occhiata inespressiva alle sue nocche, e James ritira subito la mano, maledicendosi.
Pessima idea. "Blake" è ancora parecchio suscettibile, al riguardo.
Quei segni... ecco perché tutte le sue camice erano andate a Euridice. Lui ormai indossa solo maglie senza scollo, e comunque mai senza una giacca sopra. Chiusa, e corredata di sciarpa.
Comunque, al momento quei due lo stavano decisamente prendendo in giro.
Sì, dai, si dice James, guardandoli dal basso del vialetto. Loro se ne stanno lì sulla porta, e non l'hanno ancora invitato ad entrare. Insieme formano un quadro dall'atmosfera terribilmente bohemien, e un po' triste.
Come due gatti randagi che hanno unito le forze.
Non è possibile che lui se la faccia, pensa. L'amico non... Quella ragazza è davvero troppo piccola. E non solo di età, sembra davvero... al suo meglio, una bambina un pochettino sperduta. E lui è appena scampato ad un'esperienza... da incubo, diciamo. Un'evasione da un manicomio, insomma! Gli ci vuole un po' di tempo, per riprendersi, che diavolo.
"Blake" si sfrega le dita, e come per magia in mano gli appare una sigaretta lunga e stretta.
Euridice solleva un lembo della lunghissima maglia, e gli passa l'accendino che tiene incastrato tra la sua pelle inverosimilmente chiara e l'elastico della gonna.
Blake - dannazione, ormai quel ridicolo nome storpiato si stava radicando nel cervello di tutti - gli fa un cenno, a dire ehi, ti dispiace? e James scuote la testa, e si prepara a non inspirare. In un attimo, la sigaretta è accesa, e rovi di fumo corrono nell'aria alla ricerca di qualcosa a cui stringersi.
Ma sì, conclude James, scegliendo di fregarsene. Blake non ne ha mai voluto sapere, di ragazzine come lei. Figuriamoci ora. Probabilmente è la sua assistente.
Allora lascia perdere, ed evita accuratamente di considerare il fatto che Blake non abbia un lavoro al momento, e tanto meno quindi necessiti di un'assistente.
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