Vedi, in me...
(alza la testa della ragazza, sollevandola per il collo, e ne appoggia la faccia al vetro)
...non c'è nessun segreto, nessun recondito mistero.
(la ragazza, semisvenuta, emette un mugolio confuso)
Nessuna ferita celata nel profondo, nessun taglio che si riapre di tanto in tanto, causando una drammatica emorragia. Io...
(guarda un attimo in basso, incrociando lo sguardo con le palpebre a mezz'asta di lei)
...non sono un iceberg, di cui i più vedono solo la punta, e che solo pochi eletti sventurati riescono a conoscere, ma non sopravvivono per raccontare...
(piega indietro la testa, scrocchiando il collo, con un sorriso che pregusta il piacere che sta per arrivargli)
Ciò che è profondo e pericoloso, in me... è già tutto in superficie, capisci?
(con uno scatto schiaccia il viso della ragazza contro il vetro - si riesce a sentire il suono della cartilagine del naso accartocciarsi - e mentre il suo sorriso, inizialmente composto, si allarga sempre più in una smorfia delirante, lo muove sulla superficie, calcando bene il tocco, come se fosse uno straccio con cui pulire le ditate)
Ciò che vedi... è ciò che è.
(sospira, allentando la presa sul collo della ragazza, che cade priva di sensi, di faccia, sul pavimento, sporcandolo)
Sul vetro, in caratteri di sangue e saliva, rimane scritto Florian.
La firma del vecchio sé.
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