Cercando nel labirinto degli specchi
Sunday, 27 January 2013
Poesie d'amore morte
Ultimamente sono per gli innamoramenti cerebrali.
Quelle cotte che ti folgorano a livello artistico, come un bacio della musa, che si accendono come lampadine quando viene premuto il pulsante giusto. In inglese è un evento che suona molto meglio - switch on, e l'ispirazione risorge.
In teoria. Può capitare che quest'illuminazione punti il suo chiaro, netto raggio incolore e incalore su qualcuno che, come Munchies e come una zucca negli States a fine ottobre, è stato svuotato dalla Nausea, dalla nausea o da qualche trauma emotivo degno di rilievo. E allora, in questi casi, in cui l'apatia è solerte infermiera, e la noia severa istitutrice, questo genere di amore, che colpisce e non ferisce, affascina ma non scalda, questo ectoplasma dotto e inconsistente, bé, non suscita un bel niente.
Ultimamente, da quando l'età adulta è venuta a farmi visita per ricordarmi di andare a trovarla, sono per le attrazioni intellettuali.
Il guaio è quando teorizzi bene, ma razzoli male, e finisci per prenderti una cotta che non ha nulla di irreale.
Quando ti ispira un ragazzo, un ragazzo reale, e tu non riesci a fare altro che macerarti, e aspettare.
(materiale da shoujo manga che però ti fa sospirare, ma non creare, purtroppo)
Munchies non aveva mai detto, a nessuno, che in realtà non aveva mai inteso veramente suicidarsi.
Era solo andata troppo a fondo, per sbaglio.
Un errore, tutto qui - un vero, semplice errore.
Per questo, quando Doc disegnò la sua storia, Munchausen s'iniziò a chiedere se fosse arrivato il momento di dargli qualche spiegazione.
Il fatto era che Doc non le aveva mai chiesto nulla - gli era bastato sentir parlare di lei, per volerla avere.
Proprio come un estimatore cerca una farfalla rara - per inchiodarne le ali sotto una campana di vetro, e scrivere con la sua polvere magica poesie d'amore morte.
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