Cercando nel labirinto degli specchi

Tuesday, 29 January 2013

Lettere d'amore morto


Il cielo era viola come l'inchiostro delle lettere d'amore, quando l'ho visto per la prima volta.

L'ho visto attraverso le persiane aperte a metà della mia stanzetta d'ospedale.
Dovevano essere circa le cinque, e nell'aria volteggiava il profumo ubriaco del disinfettante.
Avevo male alle braccia, e ricordo che non riuscivo a muovere bene le mani. Perché avevo una flebo - anche se non saprei dire dove. 
Le lenzuola erano così bianche, sotto la luce elettrica e impersonale di quel luogo... ricordo di aver pensato che dovevano essere pulitissime. 
Era tutto pulito, lì. Per questo l'odore del disinfettante era così forte.
Così forte che avevano iniziato a lacrimarmi gli occhi. Per la potenza di quell'odore, o forse perché mi sembrava di essere appena nata. 
E poiché ero appena nata, piangevo. Urlavo, anche, forse - però non mi sentivo. 
Gemevo perché mi accorgevo delle mie lacrime, le sentivo calde e bagnate e veloci, che non facevano in tempo ad aggrumarmisi agli angoli degli occhi, facendomeli chiudere, che subito cadevano giù, e mi scivolavano lungo il naso e il mento e il collo... sentivo il muco che mi colava fino alle labbra, e il catarro vischioso che si muoveva a ragnatela, allungandosi qua e là da una costola all'altra dentro la mia cassa toracica... Tossivo, di tanto in tanto, e poi riprendevo immediatamente ad ululare.
Gemevo perché mi accorgevo delle mie lacrime, e accorgendomi delle mie lacrime scoprivo di essere viva, allora.
Il cielo era d'un vellutato violetto, era l'ora del tè - e i suoi occhi erano viola, o così parve a me.

Come ti chiami? mi chiese, oltre i suoi occhi che coi loro raggi uva mi scandagliavano l'anima.

Feci silenzio dentro di me, e attesi.
Munchaüsen, udii, e così ripetei.
Doc annuì comprensivo, e mi porse la mano, che strinsi.
Allora ero troppo giovane - ero appena nata! - per farci caso, e notare che le mani che si legarono erano una guantata di bianco, e l'altra scotchata per assicurare l'ago.

Come il cielo, anche Doc si faceva scuro e stregato, alla sera.


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