Cercando nel labirinto degli specchi

Saturday, 26 January 2013

Il fumo scioglie la neve?


Quindi, perché l'hai fatto?

Lui guarda la piccoletta, che di colpo si è fatta seria: tiene le braccia incrociate sul petto, e ha la fronte così corrugata da rischiare di causarsi a breve un'emicrania.
Felix scoppia a ridere, involontariamente.
Questo non fa che aumentare l'aggrottamento delle sopracciglia della piccola.
Nix, dai, dammi tregua! Lascia almeno che mi goda la tua...
Lei gli strappa di mano la stagnola che custodisce il prezioso tesoro.
Segno inequivocabile: non mollerà fino a quando non sarà soddisfatta della versione che lui le fornirà.
Sventuratamente, Nix è una bugiarda patologica, e proprio per questo fissata con la verità.
Felix si fruga nelle tasche, fino a quando non trova il pacchetto. Lo apre, ma la sua leggerezza lo allarma subito. 
L'ultima sigaretta. Una Gaulois contro una Nix. La quale, per invogliarlo a parlare, ha appena iniziato a divorare gli ultimi quadretti rimasti. 
Felix emette un lunghissimo, incazzatissimo sospiro, e si arrende.
Perché... te l'ho già detto, che non c'è un vero perché.
Lei lo guarda di sottecchi, e si pulisce gli angoli della bocca sporchi di cioccolata. 
Lentamente, leccandosi le dita. Ha deciso di fargliela pagare salata di lacrime, la stronzetta.
E la sua tortura sta funzionando. La voleva Felix, quella tavoletta, cazzo. 
L'ha sognata ogni giorno, ogni ora, da quando si è trasferito, quando le cose si mettevano male e i postumi finalmente gli davano un po' di tregua, permettendogli di provare di nuovo appetito.
Direttamente da Dublino, cazzo!
Conoscendoti, posso immaginare senza che tu me lo dica, che hai cercato di overdosarti per una cazzata. Però vorrei sapere quale. Così posso risolvertela, e impedirti di ricascarci, spiega lei, lentamente, con la sicurezza di un vecchio saggio.
Felix ribalta il pacchetto e lascia la sigaretta scivolare piano nella sua mano. 
Era da un po' che notavo quanto la mia vita fosse inutile e vuota. Ciò che scrivo di solito fa cagare i grandi capi, e quando leggono qualcosa che li entusiasma... lo passano a un qualche cantante pop che ci fa sopra miliardi, e se ne appropria. Quindi...
Nessuno sa che le sue canzoni preferite sono tue, in realtà, osserva Nix, pensierosa. Non lo guarda, ora, e sembra sinceramente rabbuiata.
E io mi becco meno di venti denari, per vendere ogni volta ai media un pezzettino del mio cuore, aggiunge lui, per sdrammatizzare. Sta per fare il verso a Janis Joplin, ma lei lo fulmina con lo sguardo.
Per cui, quella volta... era stata una settimana senza importanza, e non riuscivo a scrivere. Ogni volta che toccavo un tasto, e vedevo un pizzico di parola stamparsi davanti ai miei occhi, per quanto... (si schiarisce la voca, prima di spararla grossa) ... geniale... fosse... mi veniva voglia di annerirlo con la bronza, per impedirgli di finire in bocca a un qualche sfigato idolo delle ragazzine... 
Ragazzine che non ti si filano proprio, sottolinea lei, facendogli una boccaccia. 
Sei solo gelosa, risponde lui, e poi riprende, più serio del solito.
Ad ogni parola che pronuncia, la sua storia gli sembra sempre più patetica. 
Nix ha ragione a prenderlo per il culo. Ha quasi trent'anni, e si è scolato un cocktail letale in un momento di nera... sindrome premestruale. 
Gesù.
Fino a quando mi è venuto il blocco, e non sono più riuscito a scrivere. E visto che scrivere era l'unico motivo per cui la mia vita sembrava avere una direzione, un senso... 
Nix sta per completargli la frase, ma riesce a trattenersi. Felix la vede serrare le labbra come se qualcuno gliele stesse cucendo.
Ma neanche lui completa la frase. Si appoggia la cicca fra le labbra, e la accende, rubando un fiammifero che Nix ha lasciato allo scoperto sul suo comodino.
Fiammiferi svedesi, osserva. Sei una piromane di classe.
Lei fa un inchino, cadendo solo per un attimo nella botola del suo sdrammatizzare.
Cosa faresti, se qualcuno riuscisse a... farti cambiare idea... definitivamente? 
Si è trattenuta a faticosamente dal dire salvarti
Povera, tenera ragazzina.
Felix ci pensa un po' su, poi soffia un anello di fumo fuori dalla finestra.
Scriverei una canzone per lei, penso.
Entrambi si accorgono che ha parlato di una lei, quando la domanda di Nix prevedeva soccorritori unisex.
Ma nessuno dei due commenta.
Lei alza gli occhi verso il soffitto, meditando.
E dopo aver fissato per un bel po' il poster degli Who che ha attaccato sopra il suo letto, spezza il silenzio che si è creato.
Se mai scrivessi una canzone per me, come la intitoleresti?
Lui la guarda divertito, senza dirle che a volte quegli stronzi cambiano pesantemente il titolo delle sue composizioni - "per renderle più accattivanti" (leggasi commerciali).
Psychotic snowgirl, risponde, in una scintilla di ispirazione.
Ehi! fa lei, tirandogli un dritto sul braccio, nello stesso punto dove l'ha colpito quella mattina.
Però si vede che ne è tremendamente felice.
Dolce, tenera ragazzina.
Crush, aggiunge poi, bloccandole le braccia, così che non possa più colpirla.
Disarmata, le sibila con un ghigno sardonico, mentre lei arrossisce. Dalla fatica della lotta, probabilmente.
Sviluppandosi, la piccoletta ha perso tutta la sovrumana forza esplosiva di cui faceva sfoggio nei fight club delle medie, quando ancora era magrolina, androgina e un po' sfigata.
E ora io disarmo te, risponde lei, spingendosi contro di lui con tutto il suo peso, fino a farlo cadere sul letto,  con la fronte schiacciata su quella di lui. Si è misericordiosamente trattenuta dal dargli una violenta testata - altrimenti si sarebbe fatta male anche lei. 
Ora i loro visi sono così vicini che Nix riesce a sentire il miscuglio di caffè, tabacco e cioccolata, tipico di Felix. Lui invece è stordito dalle vellutate note di vaniglia, crema di whiskey e cacao che promanano dalla ragazza - la voleva veramente, quella cioccolata, dannazione.
Poi la sigaretta di Felix si spegne contro la pelle eburnea della sorellina, che, per la scottatura, rotola via, sull'altra piazza del materasso.
Ca...volo, Felix! sbraita, non osando guardare il punto cisato, sul polso, a qualche millimetro dal palmo della mano sinistra. Credevo ti fosse caduta mentre combattevamo! Ahi...
Cioè preferiresti che invece di scottarti ti avesse incendiato il letto? le chiede lui, sghignazzando. 
Sei proprio un caso patologico. Fammi dare un'occhiata, su.
Lei gli porge il braccio colpito, e nel frattempo gli chiede, per distrarsi e non scoppiare a piangere per il fastidio o l'umiliazione: Come hai fatto, a tenermi ferme le braccia, senza farla cadere?
L'arma del delitto è ancora tra le dita di Felix, spenta ma ancora combustibile.
Anni e anni di pratica, gnoma dei boschi. Ah, niente di grave, un po' di crema e il bruciore passa... però ti resterà la cicatrice, scu...
DAVVERO? esclama lei, cambiando bruscamente espressione.
Sì, mi sa... colpa mi...
Ti amo, fratellone! fa lei, interrompendolo di nuovo, e lo abbraccia forte. Sembra quasi che abbia dimenticato il dolore. 
Poi salta giù dal letto, e corre in bagno, probabilmente a cercare una garza, e quella pomata di cui aveva sentito parlare quando una lontana cugina aveva avuto un piccolo incidente facendo un rito mistico con molte candele.
Wow, per l'entusiasmo ha detto la prima cosa che le è venuta in mente, pensa Felix, riaccendendosi la sigaretta, ma seduto sul davanzale della finestra, stavolta. 
Devono piacerle sul serio, le cicatrici.

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