Cercando nel labirinto degli specchi
Tuesday, 8 January 2013
Felix domesticus
Nix si appoggiò al bordo del tavolo, soddisfatta della missione compiuta.
Il roastbeef stava finalmente cucinandosi in forno, e aveva un aspetto magnifico. Tutta la famiglia sarebbe stata contenta.
Stava per accendere un fiammifero, giusto per il gusto di guardarlo bruciare fino allo stremo, per poi spegnerlo a mezzo millimetro dalla punta delle sue dita, quando il suo fratellone entrò in cucina.
Bé, Felix non era letteralmente il suo fratellone, ma dopo tutto quel tempo lei si sentiva parte del caotico clan in cui era non nata, ma cresciuta.
Ehi, NewYorkNixNivis, comme en ça va? Pensavo fossi scappata di nuovo dalla finestra.
Lei rise, tirandogli un dritto in piena spalla.
Ma dai, credi che in due anni non sia riuscita a inventarmi una psicosi nuova, e più interessante? Hai davvero una bassa stima di me, fratellone.
Due anni, da quanto Felix era andato a vivere nei dintorni di Sunset Boulevard. Si era proprio seduto sulla bocca dell'Inferno, come aveva commentato Nix quando aveva saputo della sua imminente partenza.
Non avrebbe potuto cadere più distante di così dalla verità - ma Felix sperava che non sarebbe mai giunto il momento di smentirla.
La abbracciò, e lei si lasciò catturare, schiacciandosi contro la camicia bianca a sbuffo, leggermente aperta sul petto, del fratello.
Ho sentito che hai cercato di ucciderti, testa di Uncino, miagolò Nix, quando l'abbraccio fu terminato.
Felix avrebbe voluto lasciarsi andare a un gestaccio di esasperazione, ma si limitò a sospirare.
Ho sentito che la dai via come se ne avessi troppa, ribatté, ma la sua sorellina sapeva scegliere tatticamente quando rivelarsi vulnerabile, e quando no.
Felix vide i suoi grandi occhi tra il verde e il castano (melma di palude, secondo la fiera definizione della loro proprietaria), e sentì la tentazione di darsela a gambe. Ecco, in quel momento la vulnerabilità era decisamente off.
Se anche fosse vero - e so che stai bluffando, perché di me dicono in giro esattamente in contrario -, beh, non sono cazzi tuoi, no? E comunque...
Felix le lanciò un'occhiata lasciva, scherzando. Come no?! Zuccherino, sai che avrei sempre anelato... a prendere il primo fiocco, e le accarezzò il collo con l'aria di un vecchio galante marpione.
Lei stette al gioco, e con un onesto rossore da verginella sulle guance si sventolò il viso - che pareva scottare davvero - con la mano. Già, in mancanza del tipico ventaglio da gattamorta.
Allora, mio caro... non devi perdere la speranza. Sai che mi preservo da sempre per te... fratellone.
La conclusione stonò parecchio, ed entrambi rimasero interdetti, in imbarazzo.
Nix stava per distrarsi - i fiammiferi, nascosti nell'ultimo ripiano della dispensa, la stavano chiamando a gran voce, lo sentiva. Ma quel cazzone doveva subire una bella lavata di capo, da lei almeno! Se no ci avrebbe riprovato, prima o poi, poco ma sicuro.
Nix conosceva Felix. Sapeva che dove lei riusciva a fare un po' di luce coi fiammiferi norvegesi, lui invece ricorreva all'alcol, di solito, o alle sigarette. Di solito.
Il problema risorgeva quando le Gauloises finivano, e i tabacchini si prendevano tutti il week-end libero.
Così, Nix riprese a fulminare il suo fratellone con lo sguardo, fino a quando lui non cedette.
Già, cocktail di pillole, qualche mese fa. Michael mi ha trovato in tempo, e fatto vomitare tutto. Una doccia e sono tornato come nuovo. Non c'è un vero perché, aggiunse, anticipandola. Nulla di più pesante di dover spiegare cosa ti porta a farti uno shottino con l'intero flacone dei tuoi barbiturici preferiti.
Nix non gli tirò una sberla, come invece Felix si sarebbe aspettato. Mani inspiegabilmente forti, per essere così piccole.
Non gli tirò una sberla, bensì lo afferrò per il nodo - già in via di disfacimento - della cravatta. Lo tirò con la sua solita sovrumana forza esplosiva, costringendolo ad abbassarsi fino a finire con la faccia dritta davanti alla sua.
A questo punto, Felix si sarebbe aspettato un generoso sputo, un bolo nato dal fatale incontro tra saliva e catarro da non-fumatrice, dritto negli occhi - o un bacio appassionato, che però era fuori discussione, visto che si trattava della sua sorellina.
Ciò che non si aspettava, era di sentire il profumo di rhum e vaniglia di Nix alterargli la coscienza, mentre la guardava nei suoi grandi occhi di melma e si accorgeva che la piccoletta era cresciuta, davvero.
C'è un vero perché per non farlo, però. Almeno uno, penso. E sarebbe un peccato sprecarlo, gli sibilò, guardandolo negli occhi con una luce intensa che lui non aveva mai visto.
Come le fiamme che crepitano piano nel bosco, poco prima di raderlo del tutto al suolo.
Sei posseduta? le avrebbe chiesto, fino a qualche mese prima. Ora però non ne aveva proprio voglia.
Che avesse davvero... perso la sua innocenza? Felix avrebbe preferito non pensarlo, ma ormai l'aveva fatto.
Qualcuno chiamò Nix dal salotto, e lui rimase lì imbambolato, con la stretta della cravatta che gli bruciava sul collo, a guardarla saltellare via, chiedendosi che cazzo fosse successo alla piccola Neve.
Ah già, bentornato! gli cinguettò lei, trotterellando via.
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