Cercando nel labirinto degli specchi

Sunday, 20 January 2013

brother complex


Ehi.
Nix si volta, e per miracolo non ribalta la pila di libri che sta trasportando.
Ehi, gli fa eco.
Felix si appoggia alla porta, e abbassa gli occhiali quel che basta perché lei possa guardarlo negli occhi.
Me ne daresti un po'? Dopo la nostra conversazione... ne ho proprio bisogno.
Lei arriccia il naso, pensosa.
Mmmm... no, risponde, e gli fa la linguaccia. 
Poi comincia a distribuire i libri tra gli scaffali.
Non li mette in ordine alfabetico, né secondo il genere. 
In base al colore della copertina? tira a indovinare Felix.
Lei annuisce, senza badargli granché, e continua la sua disposizione.
Un ordine estremamente soggettivo, osserva lui.
Nix non si scompone.
L'unico che mi sembri appropriato, per questo caso, spiega, senza preoccuparsi troppo della sua opinione.
E poi, lui è Felix. Ha dovuto convivere anni, con le sue particolarità.
Lui dà un occhio al comodino della "sorellina" - una torre di dischi in vinile, di gruppi vari, principalmente rock inglese; una cannuccia bianca e nera, ancora nella sua confezione sigillata; una tazza decorata a tazze; il libro Come risolvere le proprie compulsioni: imperfezione e ossessione, su cui un post-it con scritto E perché mai si dovrebbero risolvere?, e una vecchia confezione di aspirine, vuota, adibita a contenitore di bigliettini dei biscotti della fortuna. 
Sei venuto a cercarmi solo per questo? chiede lei, quando ha finito, fingendosi oltraggiata solo all'idea.
Felix fa un passo in avanti, e si ritrova immerso nel Paese delle Meraviglie.
Oh, dai, sorellina, la tua è la migliore dello Stato, è risaputo! la liscia lui, esasperando il tono supplichevole.
Lei ridacchia.
Su di me in giro non è risaputo proprio niente. Ah, tieni, su! Ma solo perché é da tanto che non ti fai vedere da queste parti, cede, alla fine. Si inginocchia ai piedi del letto, e senza guardare allunga una mano sotto il materasso, tirando fuori una scatoletta di latta. La apre, e lancia un quadratino del contenuto al "fratello".
Alla crema di whiskey, direttamente da St. James' Gate.
Felix la ringrazia con un inchino, e si posa lentamente il pezzetto di cioccolata sulla punta della lingua.
E dopo averlo assaporato a lungo, fa le fusa.
Nix, sei una dea. Il mio piccolo idolo bacchico.
La ragazza fa finta di niente, per fare la tosta, ma si vede a un miglio che è esaltata da quelle parole.
Le è proprio mancato, quel cazzone bohemien.
Felix si siede sul suo letto, come ai vecchi tempi, quando abitava ancora lì e veniva a scroccarle i libri sostenendo che lui avrebbe potuto scriverne di ben migliori, e lei lo imita, ma a una certa distanza.
Quello che ha saputo dal fotografo, l'amico che ha salvato il suo fratellone dall'overdose... bé, sono passate settimane e lei non ha ancora capito che effetto le ha fatto.
Guarda Felix, che a sua volta la guarda, col suo ghigno beffardo e i baffi di cioccolato, l'ombra di barba di due giorni, e la sua solita camicia bianca spiegazzata sotto la giacca nera lisa... Faceva sul serio, quando ha mandato giù quella roba, o era una delle sue solite stronzate da artista?
Felix si rimette a posto gli occhiali, che da prima gli sono scivolati verso la punta del naso, e torna a guardarla, probabilmente meditando una qualche frecciata.
Sei cresciuta tutta ma le tette continuano a latitare, eh? dice dopo qualche secondo, notando il minuscolo reggiseno bianco-nero-borgogna abbandonato sulla sedia, in un angolo della stanza.
Ecco, appunto.
Ah, sta' zitto, non puoi parlare delle mie misure finché non mi avrai provato l'adeguatezza delle tue...
Nix fatica a finire la battuta, perché a un tratto è distratta.
Per la prima volta, guardandolo, ha pensato che Felix è bello, sul serio.
...Lil' Fil.
Allora taglia corto, e se ne va via dalla camera, senza neppure provare a inventarsi una scusa.

Proprio azzeccata, quest'illuminazione adolescenziale del cazzo.

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