Lo chiamava Doc senza che lui sapesse perché.
Se l'era sempre immaginato vestito di bianco, con addosso un camice lindo e inamidato, gli occhiali dalle lenti lustre e abbaglianti, che riflettevano il mondo come uno scudo che parava i suoi occhi... e perché no, siringhe e cerotti, a profusione. Questo perché Munchies tendeva a farsi deliberatamente del male, e perché per lei non c'era soddisfazione più grande di quella che provava dopo un prelievo, a immaginare di sentire il foro aperto dall'ago richiudersi, coccolandosi così.
Ma anche perché Doc era la persona più saggia che conosceva - l'unica saggia e una delle poche che conoscesse, in effetti. Non che avessero fatto chissà quali dibattiti sui massimi sistemi: semplicemente le bastava lanciargli un'occhiata furtiva, per leggere sul suo viso bello e triste che lui possedeva la Verità.
All'inizio si era rivolta a lui come Signore, quand'era sovrappensiero addirittura come Padrone (per poi evaporare nell'imbarazzo legato alle possibili implicazioni sadomasochistiche che il termine avrebbe potuto suscitare), poi col tempo aveva iniziato a chiamarlo Doc, e lui non le aveva vietato di continuare.
Pareva quasi che gli facesse piacere. Forse gli ricordava un film, o gli studi che i suoi avrebbero voluto, ma lui si era rifiutato di fare.
Münchausen non avrebbe mai iniziato a indagare sul personale, se Doc non avesse iniziato a offrirle il suo famoso the corretto, o the corrotto, un bel giorno.
Era il compleanno del vecchio Florian Sainte Aube, e Doc voleva festeggiarlo, un po' per scherzo e un po' per pietà.
Così chiese a Munchies se se la sentiva di avventurarsi fuori, e lei per accontentarlo disse di sì, e si armò per la guerra.
Con un nastro blu notte annodato al collo, e stretta nel pugno la lista della spesa scritta da Doc in persona, Münchausen scese solenne le scale verso il mondo reale, dopo che il suo padrone l'aveva ringraziata con grande cerimonia.
Munchies temeva gli spazi aperti - più che altro, gli spazi popolati - appena un pochino meno del suo principale, ma
Ciò che Doc desidera davvero, Doc avrà. Oggi almeno, devo fare del mio meglio, e avverare ogni suo desiderio.
Questo si ripeteva la nostra eroina, sfrecciando rasente i muri della grande città, alla ricerca di pasticcini e gelato.
Doc ama i bigné, quelli bianchi però, si ammoniva la ragazza, proteggendo la lista che Doc, proprio lui e nessun altro, aveva stilato di sua mano, che aveva nascosto nella tasca interna del cappotto ben abbottonato, come una santa reliquia.
Per celebrare il defunto Florian, e la nascita di Doc Sans Aube, questo e altro Münchausen avrebbe fatto.
E nel pensarlo non poté evitare di avvampare, per quanto comunque non l'avrebbe mai osato sperare.
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