Cercando nel labirinto degli specchi

Tuesday, 4 December 2012

Spiked

Guardando i suoi avambracci, la solita vecchia fitta.
Non è mai riuscita a resistere, vedendo un uomo rimboccarsi le maniche della camicia e scoprire quei punti, le grosse vene ben in evidenza... Le vene...
Deve trattenersi, ora, ma è dura. Prima ricucirlo, poi fargli un'altra dose di anestetico, e poi... ugh... iniezione di anestetico... Stringe i pugni e cerca di distogliere lo sguardo, per un attimo, lasciando ago e filo incastrati a metà nel ventre di quell'altro.
Neppure il fatto di avere lì, davanti a sé, lui... di averlo vicino, disarmato e ferito, riesce a distoglierla da quella fastidiosa... pungente sensazione.
Devo donare, pensa. Non c'è altra cosa da fare.
Un respiro profondo, e poi si torna al lavoro.
Ecco.
L'ago entra in un punto e sbuca fuori dall'altra parte, avvicinando i due lembi di pelle. Qualche altro svirgolamento del genere, e ci siamo. La ferita è chiusa. Ci spande sopra del disinfettante - della vodka, non ha trovato di meglio, ed ispira nuovamente, a fondo. Copre quel capolavoro con una garza, in mancanza d'altro, e si allontana. Quindi, e solo ora, espira, per non infastidirlo con la nevrotica gestione del proprio fabbisogno d'ossigeno.
Lui si lascia rattoppare, placidamente sprofondato tra le travi di legno mezze marce.
Proprio un bel posto, la sua magione.
Ti mancano, vero? chiede poi. Una voce dall'oltretomba, che gratta sulle pareti scrostate.
Lei arrossisce, beccata in pieno. Gli stava fissando le braccia. Di nuovo.
A questo punto, perché mentire?
Eh già. E si concede un lungo sospiro.
Non ha bisogno di controllare, per sapere che le piccole cicatrici puntiformi che ha a metà braccio si stanno ormai cancellando, confondendosi con le pieghe della pelle, o i pori. Peccato.
Lui sorrise, un po' ubriaco, parecchio soddisfatto.
Lui lo sa. Per questo, in un passato ormai molto lontano le si era avvicinato - si era interessato al suo caso, l'aveva risparmiata. Perché aveva visto cosa lei avesse dentro. Sapeva che tutto quel punirsi, quel bisogno bruciante di masochistica espiazione non poteva essere ingiustificato - sapeva che se il senso di colpa che lei provava immotivamente era così grande, la colpa che avrebbe potuto commettere, una volta istruita... liberata... come si deve, sarebbe stata ancor più immane, grandiosa, realmente imperdonabile. 
Se un cuore ancora vergine riusciva comunque a sentirsi così macchiato, figurarsi come sarebbe diventato, di cosa avrebbe potuto essere capace... se corrotto.
E ora, in maniera del tutto insperata, proprio quando lui aveva incominciato ad ammorbidirsi, e aveva rinunciato a sporcarla, quel lato così perversamente oscuro cominciava a venire alla luce.
J si leccò i baffi - o meglio, gli sbaffi di rossetto che gli sporcavano le labbra.
Lei se ne accorse, ma era troppo ipnotizzata dall'assoluto candore delle sue braccia, per poterci pensare.
  

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