Mi piacciono le forbici, sussurra.
Immerso fino alla vita in un mare di ghiaccio, guarda davanti a sé, con gli occhi offuscati e socchiusi.
Tu ti avvicini, e affondi la mano tra i cubetti. Sembrano di vetro, ma sono dannatamente freddi.
Mi piacciono le forbici, ripete lui, poi tace.
Sprofondato nella vasca, col ghiaccio che lo avvolge, rimane perfettamente immobile.
Non sembra neanche respirare.
Tutto il suo corpo è pietrificato - non sbatte neppure le palpebre.
Tu ti avvicini, e in ginocchio ti adagi accanto a lui.
Non osi entrare, là dentro non c'è spazio per te.
Lui sospira un attimo, ma non per poi morire.
Mi piacciono le loro lame... e il modo fluido in cui... tagliano... sussurra lui, e i suoi occhi si accendono di blu. Un blu mirtillo gelato che s'irradia davanti a lui come l'aurora boreale.
Il tutto in una pace che non ha luce, o calore.
Ti sporgi verso di lui, arrivi vicino abbastanza - per vedere che nel suo petto c'è un bello squarcio profondo.
Sulla sua pelle chiara, come carta di riso esangue, sono stati tracciati perfetti contorni cuoriformi. E proprio dal suo torace, tra la spalla e lo sterno, è stato asportato il cuore, a uno cui ormai non serve.
Adieu.
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