Lei si getta su di me, ed è allora che i proiettili partono.
Schizzano contro di noi come una muta di cani rabbiosi. Due affondano dentro di lei, solo dentro di lei... il terzo ci trapassa entrambi, ed è allora che so che è finita.
La stringo a me, forte. Il dolore ha mandato in tilt ogni buon... ogni senso. La stringo forte e lei sembra non sentire altro che questo, alza gli occhi - e per una volta non sono tristi, per una volta lei sorride!
Ha sulle guance un leggero rossore, ma forse è solo il sangue che ci stiamo spandendo addosso.
Barcollo indietro, e lei barcolla con me - è nelle mie mani... tra le mie braccia, e non scappa via.
Come se quel proiettile, che ci ha attraversati entrambi, che mi è appena sbucato fuori, andando a cadere nel nulla dove tra poco cadremo noi... perforandoci la cassa toracica ci avesse inchiodati l'uno all'altra.
Le mie dita affondano nel suo cappotto, posso sentire quasi la sua spina dorsale, la sua carne bucata dai colpi, e bang! mentre una donna grida, mentre le sirene fanno il loro onorevole chiasso, la piccola ne incassa un altro. Qualche secondo e la botta arriva anche a me.
Lei mi cinge la vita con le braccia, mi guarda ancora un attimo, e ormai stiamo precipitando.
I suoi occhi si appannano, ed io non vedo più niente.
Cadiamo, voliamo giù, per attimi, ore, un'eternità.
Goccioliamo via la vita, e prima che i nostri corpi tocchino il suolo e si spiaccichino, siamo già morti. Insieme.
Qualcosa ci si avvita intorno, è un filo freddo e resistente... ma ormai è troppo tardi, pour moi, mon ami.
Lei è stata uccisa. Te l'avevo detto, che era la mia bambolina voodoo.
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