Cercando nel labirinto degli specchi

Friday, 30 November 2012

Don't stop draggin' me down


E gli cado addosso, alle spalle, facendolo colare a picco con me.
Finiamo in ginocchio nella pozza, con l'acqua sporca e tiepida fino a metà coscia.
Vorrei sfilargli quell'assurdo completo viola, che gli sta così assurdamente bene, slacciargli il papillon storto, gettargli via i guanti e stringere davvero le sue mani, per una volta... Ma lui rimane nell'acqua, con la testa bassa, il capo chinato verso il suo riflesso inquinato. Vorrei stringerlo, e lo stringo, lo faccio.
Lui non si muove, e resta a sghignazzare assorto.
Appoggio la fronte sulla sua schiena, e chiudo gli occhi, divisi tra loro dalla sua colonna vertebrale. Li chiudo, aspettando, per ascoltare il battito del suo cuore.
Sento solo le sue risate sguaiate, nel silenzio morto di quella radura spianata nel nulla.
La periferia della città degli sciocchi. Dove anche l'innocenza si rassegna, e si lascia morire.
Lui ride così forte, così appassionatamente, che tutto il suo corpo ne è scosso.
Ondeggio su e giù con lui, aspettando, con tutta me stessa, che smetta.
Ma lui continua, come non ci fosse più altro da fare - continua come se con lui non ci fosse più nessuno. Come se non avesse altro di cui preoccuparsi.
Ride e si guarda, a occhi sgranati, nella pozzanghera, lasciando che il sudore gli gocci di tanto in tanto dalla fronte cerea, disturbando un ritratto che subito si ricompone come prima.
Ed è così. Non cambierà - ha raggiunto quella forma, quell'essere tanto tempo fa... e non potrà più cambiare, perché non può, e perché non vuole. È diventato così... il giorno in cui non ha più avuto nulla da perdere.
Chi, da libero, vorrebbe tornare a sentirsi vulnerabile?
Allora sospiro, ma invece di un sospiro il mio respiro si spezza, diventa un risucchio - un singhiozzo.
Scoppio in lacrime, e più tento di smettere, più forte i singhiozzi mi tagliano la gola.
Fa male. Brucia. E il cuore sembra piegarmisi dentro.
Ma lui non mi sente.
Finché non scivolo in avanti, e per errore lo abbraccio.
Sente le mie mani sul suo petto, che si incrociano e sul suo sterno s'intrecciano...
Allora mi chiede, shockato mi chiede:
Perché piangi?
C'è nella sua voce una tensione che mi fulmina. Non è solo sorpresa, è inquietudine, e orrore.
Perché piangi, sempre? mi chiede, e ogni parola trema.
Ho paura anch'io.
Però non mi riesce di cessare. La mia lagna... è iniziata, e mi sta scoperchiando la tomba.
Nessuno può distruggere ciò che realmente prova.
Trattengo il respiro, cercando di risanvire.
Ma le lacrime stillano impietose, e si spandono addosso a lui, sulla sua giacca lurida.
Non mi riesco a staccare.
Se non me ne posso andare... finirò trascinata a fondo, in quell'abisso contaminato.
Perché...
Si volta e i suoi occhi sono sbarrati dalla repulsione.
...piangi...
Gli sfugge una risata, isterica.
...TESORO?
Si alza, barcollando, colandomi addosso fango e detriti di quell'acqua torbida.
Io non rispondo, e lui mi afferra per il bavero, agitato dai brividi.
Le sue mani mi danno la scossa.
Riesco solo a guardarlo in faccia, senza reagire. Con le lacrime che iniziano a rinsecchirmisi, agli angoli degli occhi. I suoi sono lucidi e pesti, ma non smettono di brillare, folgorati. Il suo sguardo è come una scarica elettrica, continua.
Sento che dovrei deglutire, ma non oso.
Il suo dolore... che prima mi aveva spremuto il cuore... che mi aveva fatto desiderare così fortemente di poterlo curare... adesso è svanito, o è sordo, come al solito.
Adesso lui... vuole solo fare del male.
Lui attende ancora la mia risposta. Sa che sono troppo spaventata per parlar...
...e.
Mi cade addosso, lui, stavolta. Ricadiamo nell'acqua, ma ora io finisco nel fango, e lui contro di me, sul mio grembo. Mi affonda la testa tra la pieghe della camicia fradicia, fino a raggiungermi la pancia, attraverso il tessuto. E lì si lascia.
Piccola... mormora, con la voce rotta di chi non ride più.
Io gli accarezzo piano i capelli, senza dire niente, e non sento più la stretta bagnata dell'acqua di scarico.
Restiamo così per una notte, per chissà quanto- so che con lui potrei restare così per sempre.
Lo so benissimo, che non si riferisce a me.


No comments:

Post a Comment