C'era una strana luce sparsa dappertutto, rosa - ammoniaca, pensò lei, ma non le importava.
Era davanti a un cadavere, al suo cadavere, steso su un altare, o il tavolo di una sala operatoria.
Allora, lo vuoi? le stava chiedendo la voce dietro di lei. Dentro di lei?
A lei girava la testa, semplicemente.
Non c'era alcun odore, non c'era altro suono al di fuori di quella voce che riecheggiava nella stanza, e nella sua testa, e lei era davanti a un cadavere fresco.
Le mani del morto erano state inchiodate al tavolo. Lunghi chiodi spessi attraversavano quelle mani ossute e biancastre. E così i piedi, uno per angolo. Il cadavere era nudo, luminescente nel suo pallore, fatta eccezione per uno straccio gettatogli pudicamente addosso, tra lo stomaco e le ginocchia. Là sotto, Berlin temeva il peggio. Il viso era il solito, graffiato e incrostato di rosse e bianco. I capelli erano sempre gli stessi.
Sembrava...
Gesù Cristo! Forza, ragazzina, scegli. Lo vuoi o no?
Berlin era schiacciata contro il tavolo, e l'uomo dietro di lei le teneva le mani là dove gliele aveva trovate quand'era arrivato. Una sul seno, l'altra tra le gambe. La ragazza sentiva il battito cardiaco dell'uomo, che continuava regolare e furioso, e il suo fiato di bourbon, che le dava le vertigini. Le sue mani... una, quella che premeva la sua destra tra le cosce, era grande e liscia... l'altra, quella che stringeva la sua che le stringeva un seno, sembrava altrettanto liscia, ma... ruvida e secca.
Dovrebbe essere facile per te... lo ami, giusto? - l'uomo pronunciò il verbo amare con profondo disgusto. O amarezza. Berlin lo capiva. E non rispose.
L'uomo la spinse ancora più avanti, costringendola a piegarsi sul tavolo, fino a ritrovarsi chinata tra le gambe del cadavere.
Berlin sentiva l'erezione dell'altro, contro di lei, quasi alzarle la gonna.
Devi scegliere... lo prendi tu, o lo prendo io?
Allora lei capì - il cadavere... non era ancora morto.
Quell'uomo aveva in serbo per lui una tortura magistrale... che poteva essere il sesso con Berlin, o qualcosa di più cruento e meno umiliante.
Lei restò ancora in silenzio, tremando sotto il peso del suo nemico sconosciuto, e del terrore di una scelta che non poteva fare.
Ah! esclamò l'uomo, trionfante. Pensavo che per te sarebbe stata una scelta scontata... chi non vorrebbe fare l'amore per l'ultima volta... col proprio innamorato? continuò, con un disprezzo tagliente nella voce.
Berlin rise, con la stessa amarezza. E si voltò. Peccato che lui... di me non sia affatto innamorato.
Allora vide il volto del suo sequestratore.
Una metà del suo viso era quella di un uomo bellissimo - forse per lei troppo virile, ma di classe.
L'altra metà era stata corrosa dalle fiamme - restava solo il ritratto del male.
Lui non reagì, perché stava aspettando. Di solito la sua apparizione scatenava più orrore che altro. Voleva gustarsi lo shock della ragazzina.
Ma lei rimase sorridente, con le labbra sollevate in un ghigno di nera soddisfazione.
Brava tesoro! Io... non amo! rantolò gioioso il futuro defunto alle sue spalle, ma non lo ascoltò nessuno.
L'uomo scorse il fuoco negli occhi di Berlin, poco prima che lei si schiacciasse ancora più forte contro di lui, e lo baciasse.
Berlin aveva provato a immaginare di farsi scopare da J - la sua testa era rimasta vuota.
E ora si lasciava prendere, per davvero, da qualcuno che almeno aveva voluto volerla.
No comments:
Post a Comment