Cercando nel labirinto degli specchi

Friday, 30 November 2012

Oscillare

Un'altra goccia cade nell'acqua, spezzando il sorriso che brilla nel suo riflesso.

Un'altra goccia cade nell'acqua, scivolando giù dalla sua anima senza speranza.

Un'altra goccia cade nell'acqua, calda del piacere che solo il suo corpo può provare.


Passano i giorni, e le garze si fanno sempre più chiare.
Il sole splende, forse, là fuori.
Sono giorni che non può più uscire.
Si chiede se una volta guarito si dovrà ritirare... in un qualche centro di igiene mentale.
Passano i giorni, ma da un po' a ricominciato a dormire. Non è più merito degli oppiacei però - da quando quella ragazza è tornata, sente dentro di sé una strana pace... come se lei gli avesse guarito qualcosa, dentro.
Non ha neanche più voglia di scappare, e cercare l'uomo che gli ha distrutto la vita. E la faccia.
Adesso... non si chiede più niente, resta lì a letto, a riposare. I medici sono felici, gli amici sono felici, e la sua pelle comincia a cicatrizzare. La vita è bella, quando riesci a riconoscerla.

Le ragazze si spogliano l'un l'altra, guardandosi negli occhi, piano.
Una inclina la testa a destra, l'altra a sinistra... e quando gli abiti cadono, entrambe raddrizzano il capo, e si baciano.
Lui è sul letto, dove loro l'hanno spinto, e svestito.
La ragazza a destra, con il completino bianco, gli si stende al fianco, e comincia ad accarezzarlo.
La ragazza a sinistra, con il completino nero, gli si accovaccia tra le gambe, e comincia ad abbassargli i boxer.
Riesce a vederne solo gli occhi, e la lingerie, che risplendono nel buio della stanza... I loro occhi restano fissi su di lui, a ogni mossa... e sono verdi, incredibilmente verdi, come shottini di assenzio radioattivo.
La Bianca gli sfiora dolcemente il petto, strisciandogli lentamente i polpastrelli sulla pelle, e risalendo lungo il collo lo bacia a fior di labbra. Lui fa per ricambiare, vuole toccarla a sua volta... ma lei gli blocca la mano, stringendola nella sua, e, dopo un dolcissimo sorriso che lo squaglia dentro, ricomincia a baciarlo.
Anche la Nera gli prende una mano, l'altra... e la guida su di sé, se la posa sul seno, chinandosi su di lui per leccargli il collo, poi il petto... e quando il bacio della Bianca si fa più intenso... quello della Nera scende, e lui sussulta, definitivamente... eccitato.
Le ragazze piegano entrambe la testa di nuovo di lato, la Nera a destra, e la Bianca a sinistra. Il loro sorriso si accende nel buio, e si allarga... come due metà di una stessa splendida luna.
Harvey... mormorano, entrambe, all'unisono. Harvey... Harvey... sussurrano vogliose.
I loro visi si avvicinano al suo, mentre continuano a invocare il suo nome - sente i loro corpi premersi contro il suo, vede le loro labbra farsi sempre più vicine - fino a quando non lo baciano, entrambe, insieme... E lui scorge in ciascuna di loro la sua unica e sola, Rachel.

Si sveglia di scatto, in un bagno di sudore, nella stanza asettica che è ormai sua, all'ospedale.
Recupera il fiato, mentre la tachicardia passa - e allora vede Berlin e Tea, accoccolate in un unico corpo, nell'altro lato del suo stesso letto.
Oddio! Che succede? Stai male? scatta su lei, stropicciandosi gli occhi con una mano che spunta a malapena dalla manica di una camicia troppo grande per lei. Di flanella, a scacchi, bianca e nera.
Berlin.
Lui espira, e rimettendosi disteso scuote la testa. Un... incubo, non ti preoccupare.
Lei rimane seduta sul bordo del letto, guardandolo di sbieco, assonnata.
Bella camicia, le dice allora, per provarle con un cambio d'argomento che va tutto bene sul serio.
Lei sorride, fiera, e gira il busto per fargliela ammirare ancora meglio - sporgendo un po' il seno, quel che basta, non può non notare lui.
Tea.
Mi dona, vero?
Oh, eccome. risponde lui, chiedendosi se lei pensa che stia scherzando o meno.
Lei allora batte le mani, felice, in un applauso leggero. Dirò a Alfie che ha scelto bene allora! esclama, con la gioia di una bambina premiata.
Berlin di nuovo.
Anche la tua non è male, aggiunge poi, abbassando gli occhi sul suo torace, torbidamente.
Tea.
E infine, prima che lui possa rispondere qualcosa... Scusami, sai, dev'essere la stanchezza a parlare. Però la tua camicia mi piace molto davvero, borbotta lei, arrossendo, giocando nervosamente con uno dei propri bottoni, magari chiuso male.
Dent annuisce, con un sorriso che sembra sincero e stanco, e sposta lo sguardo verso la porta.
Sconvolgente.


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