Caro diario,
come stai?
Ultimamente mi sono innamorata di uno psicopatico. Non prova emozioni, è bellissimo, è brillante, e ieri mi ha invitato a un massacro di cui sono stata l'unica sopravvissuta. Molto romantico: mi ha offerto un drink, che tra i disponibili sulla lista pare io sia stata l'unica a scegliere, e questo l'ha colpito (ah, sì, devi sapere che si era travestito da cameriere, e stava dietro il bancone all'insaputa di tutti. Stava proprio bene, con la cravatta e il gilet. Erano di un colore un po' strano, ma che, sono sicura, diventerà presto di moda, e si intonava ai suoi capelli). Ha detto che l'avrebbe ribattezzato, ispirandosi a me. E poi mi ha allungato una carta da gioco, la Donna di Fiori - Les fleurs du mal, je l'espère, ha sussurrato. Bè, sembrava più un sibilo, un seducente sibilo... ma mi ha fatto venire le vertigini. E poi ha usato quella carta come sottobicchiere, per posarci il mio cocktail. Era assurdamente bello: c'era un verde radioattivo in perfetta armonia con un viola bellissimo, mi ha fatto pensare a qualcosa di sacro... dividevano in due il bicchiere, ma quando l'ho preso in mano hanno iniziato a... come dire... espandersi, però in maniera complementare... come nello Yin e Yang, hai presente? L'ha notato anche lui, e si avvicinato di nuovo. Con la siringa (già, già, ma era la festa di Halloween, ho pensato che fosse un "attrezzo di scena", e non mi sono impressionata - con gli effetti che mi fanno gli aghi da qualche tempo, poi...) che a quanto pare aveva usato prima per preparare quello spettacolare drink (credo, ma non so perché affermo una cosa del genere, ero troppo impegnata a ignorare la gente attorno a me per usare la vista a raggi x e guardare attraverso la sua schiena come stesse mescolando i miei ingredienti... insomma, diario, sai come sono fatta e sai che la gente mi fa strano, abbi pietà! e poi lui ha le spalle così larghe, e forti... non troppo, tipo palestrato - che schifo -, ma più... insomma, da vero uomo... mh...), con la siringa magica ha fatto cadere due gocce, una per ciascun colore, e puff! con una lieve lingua di fumo che si levava dal suo contenuto, ecco nel mio bicchiere la perfetta versione viola-verde del simbolo dell'armonia. Compenetrazione degli opposti. Avevamo mormorato entrambi la stessa cosa. Surreale. Anche lui deve essersi (piacevolmente?) sorpreso, perché mentre io arrossivo senza vederci più granché, riuscii a notare che sorrideva. Aveva del cerone in viso, forse per essere più "spettrale" per quella festa, però... il mio senso di ragno mi diceva che aveva anche qualcosa da nascondere, sotto quel trucco. Cicatrici, avevo intuito/sperato, e così emozionata da quell'incontro, che non so perché inziavo a sognare non finisse mai, sollevato il calice in un cenno di brindisi verso di lui (che, avevo notato, si era fatto lo stesso delizioso capolavoro etilico e aveva imitato il mio gesto, verso di me, in stereo con me) avevo preso il primo sorso.
Non c'è certo bisogno di dire che era strepitoso.
Bevetti piano (beh, più lentamente che potevo - ma era così buono, cavolo!), guardando la carta che avevo davanti - era un po' gothic, un po' lolita, per essere una Regina di Fiori, ma d'altronde era proprio così che mi immaginavo Ginevra (storia con Lancillotto a pare, io ho sempre amato Galahad), e lanciando a quello ancora per poco avrei creduto il barista qualche occhiata furtiva, che speravo sembrasse casuale. No: sapevo che avrebbe capito, e in fondo ci speravo, era giusto così. Ero folgorata. Quell'uomo aveva... qualcosa. Di fantastico.
Ma non m'illusi. Barista. Sappiamo che significa. E io non ero neppure la meno brutta del locale. Certo, avevo un bel vestito, ma... un travestimento da birraia tedesca... alla stessa festa in cui ogni cm quadrato era affollato di angeli di Victoria's Secret e diavolette vogliose. Mah. Però avevo scoperto un nuovo grandioso drink, ed ero sopravvissuta a un evento sociale. Letteralmente.
Quando finii il drink, sotto lo sguardo acceso di una luce che m'incasinava le sinapsi e annodava l'anima del barista, mi accorsi che una leggera nebbiolina si stava alzando dal pavimento. Pavimento ricoperto di persone svenute, per l'alcol, pensai. Scoccava proprio in quel momento la mezzanotte, era presto, ma in fondo era una festa privata, e... bè, era naturale fossero tutti già sbronzi, è la natura umana.
Mi voltai stranita verso di lui, che aveva a sua volta finito il drink. Mi sorrise di nuovo, e la luce diabolica dei suoi occhi diede una fiammata che mi accelerò notevolmente i battiti cardiaci - il suo sorriso, non l'atmosfera da Notte dei Morti Viventi che si era creata lì attorno. Caro diario, sono proprio una sociopatica.
Adesso va', mia regina, la tua zucca ti aspetta.
Sorrisi alla sua duplice battuta, e non so perché ma saggiamente ubbidii.
Grazie, era spettacolare! Sorrisi ancora di più, tentanto il tutto e per tutto. Arrivederci!
Ah, com'ero educata .-.,
Ah, a molto di più... spero, rispose lui in un sussurro un po' rauco, una versione Halloween di Tom Waits, in quel momento, e il mio intero essere vacillò. Spero anch'io, pensai, augurandomi che intendessimo la stessa cosa, e chiedendomi amaramente se fosse davvero così. Certo! mi trovai ad esclamare, al colmo della mia audacia, mentre sguasciavo fuori dalla porta, occlusa da una pila umana, una delle tante che si erano accidentalmente formate in quel labirinto di prosaici sbronzoni.
Caro diario, ho letto qualche minuto fa il giornale.
Mi chiedo come, e se il mio amore fiorirà in manicomio.
XOXO (ahahah, citazione colta. Ah.)
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